Siamo davvero pronti al sole? Alcuni consigli prima di esporsi per la prima volta
L’estate è iniziata e la voglia di sole e mare aumenta a dismisura, a maggior ragione dopo aver trascorso tanto tempo al chiuso delle proprie case causa lockdown. Chi dovesse cedere alla tentazione sfrenata di mettere in mostra la tintarella, però, rischierebbe di rimanere letteralmente “scottato”. E non parliamo soltanto della propria pelle…
Primo sole: l’importanza della gradualità
La parola d’ordine, quando ci accingiamo ad esporci per la prima volta al sole dopo tanto tempo, è indubbiamente gradualità. Sbaglia chi pensa che questo si traduca soltanto nel trascorrere un certo numero di ore sotto l’ombrellone o nella scelta di una crema solare ad alta protezione. Col sole non si scherza: il rischio di sviluppare il melanoma è quanto mai concreto se si pensa che ogni anno in Italia si effettuano 10.500 diagnosi e 1500 persone muoiono a causa di questo pericoloso tumore della pelle. Anche il fatto che l’incidenza delle diagnosi riguardi per un quinto del totale persone di età compresa tra i 15 e i 39 anni dimostra come proprio i più giovani siano quelli meno propensi a valutare le conseguenze delle proprie azioni e per questo motivo i più esposti ai rischi.
Primo sole: la prevenzione
Ma allora come prevenire ogni tipo di problema? I comportamenti da attuare per prepararsi all’appuntamento con i raggi solari possono essere predisposti già con una quindicina di giorni d’anticipo rispetto alla prima esposizione. Non è un caso che gli esperti parlino di “dieta di primavera” in riferimento ad un regime alimentare che privilegia verdure, frutta (rigorosamente con la buccia), frutta secca, frullati e centrifugati ricchi di sostanze antiossidanti. Molto indicati sono anche gli integratori a base di polifenoli (ad esempio il tè verde).
Primo sole: la crema di protezione
No categorico a profumi e oli da spruzzare mentre si è sotto al sole. L’azione dei raggi solari può infatti provocare le cosiddette “foto-dermatiti”, dalle quali si originano prima ustioni e poi macchie della pelle. Indispensabile, soprattutto quando ci si espone al sole per la prima volta dopo tanti mesi, risulta l’applicazione di una crema solare ad alta protezione. Detto che non esiste una protezione “totale” come quella che spesso ci viene propinata (diffidate da chi lo fa) la crema serve tanto alle cosiddette “mozzarelle” di carnagione quanto a coloro che della loro pelle olivastra hanno fatto un vanto nel corso degli anni. Altra precisazione: non basta spalmarsi la crema appena arrivati in spiaggia e poi riporla in borsa. Quest’azione va svolta periodicamente, a maggior ragione quando si esce dall’acqua.
Un ulteriore passo nella direzione di una corretta prevenzione può essere quello di prenotare una visita dal dermatologo per identificare il proprio fototipo e in base a questo farsi prescrivere una cura che metta al riparo dalla classiche malattie solari, ad esempio la lucite polimorfa estiva, che si manifesta con la comparsa di piccoli puntini rossi pruriginosi. La foto-protezione va rinnovata almeno ogni due ore e dev’essere comunque di fascia medio-alta: per intenderci, quelle da 2 a 8 non servono praticamente a nulla, da 30 in su si inizia a ragionare…