Semaglutide: da antidiabetico a farmaco “miracoloso” per la perdita di peso
Segnate questo nome: “Semaglutide“. Potrebbe essere il principio attivo in grado di cambiare la vostra vita, in particolare se volete perdere peso. Da un paio d’anni questo farmaco antidiabetico (nome commerciale Ozempic) è salito agli onori della cronaca per la capacità “miracolosa” di aiutare nel dimagrimento. Non è un caso, allora, che che la casa farmaceutica produttrice, la multinazionale danese Novo Nordisk, abbia deciso di mettere a punto un altro farmaco basato sullo stesso principio attivo dell’antidiabetico, ma stavolta con un dosaggio superiore, destinandolo in maniera particolare al trattamento dell’obesità.
Il nome del nuovo medicinale è “Wegovy”, la Food and Drug Administration (l’ente regolatore del farmaco americano) ne ha approvato l’impiego lo scorso giugno sulla base dei trial clinici che ne hanno attestato il profilo di sicurezza ed efficacia. Ed è il “Guardian” ora ad aggiungere che il successo della Semaglutide sia stato tale da causare carenze di scorte, anche per quanto concerne il farmaco pensato per i diabetici, poiché spesso l’Ozempic viene prescritto dai medici come off-label (fuori etichetta) per consentire ai pazienti di combattere i chilogrammi in eccesso. Una pratica che ha portato il sistema sanitario australiano a raccomandare ai camici bianchi di prescriverlo unicamente ai pazienti che soffrono di diabete.
Come funziona la Semaglutide
Tecnicamente la Semaglutide rientra fra i farmaci antidiabetici che migliorano il controllo della glicemia. Si parla in questo caso di “agonisti del peptide 1 simile al glucagone” (GLP-1) che mirano ad imitare l’azione di un ormone, attraverso cui riescono ad indurre un senso di sazietà prolungata. In parole povere, dopo mangiato i livelli di zucchero nel sangue salgono velocemente e l’organismo viene stimolato alla produzione di insulina, un ormone che tende a diminuirli. L’azione sui recettori GLP-1 fa sì che il farmaco incrementi la produzione di insulina – che risaputamente è problematica nei diabetici – e rallenta il passaggio del cibo dallo stomaco all’intestino tenue.
Il risultato è che la Semaglutide favorisce il senso di sazietà e abbatte la fame, determinando la perdita di peso. In particolare, secondo lo studio pubblicato sull’autorevole rivista scientifica “The New England Journal of Medicine” dal titolo “Once-Weekly Semaglutide in Adults with Overweight or Obesity”, la somministrazione di iniezioni settimanali da 2,4 milligrammi di Semaglutide nell’arco di 68 settimane ha determinato una perdita di peso pari o superiore al 15% del peso corporeo, con una media di oltre 15 chili perduti. Risultati che nessun altro farmaco ha raggiunto, e che fino ad oggi apparivano possibili soltanto mediante un intervento chirurgico a detta della coautrice dello studio, la professoressa Rachel Batterham dello University College di Londra. Oltre a stimolare la produzione di insulina attraverso il pancreas, velocizzando il metabolismo dei carboidrati dopo i pasti, la Semaglutide eserciterebbe la sua azione sui centri ipotalamici della fame e della sazietà, aiutando così le persone a mangiare meno e a ridurre l’apporto calorico.
Altra buona notizia: gli studi clinici condotti hanno concluso che il trattamento si è dimostrato generalmente sicuro e ben tollerato. Gli effetti collaterali più comuni ad essere stati registrati sono stati nausea, vomito, diarrea, tutti di entità lieve o moderata. Ciò ha portato le maggiori autorità sanitarie, dall’FDA all’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), a dare semaforo verde all’approvazione del farmaco. Nonostante la transitorietà e la non gravità dei sintomi, il 4,5 % dei partecipanti (59 persone) ha interrotto il trattamento, contro i soli 5 del gruppo placebo. Secondo il “Guardian”, infatti, alcune persone trattate col farmaco avrebbero iniziato ad “odiare” letteralmente il cibo.
Nell’elenco delle reazioni avverse più rare segnalate dal quotidiano inglese rientrerebbero poi perdita di capelli, bruciore di stomaco e gonfiore nel sito dell’iniezione. La FDA aggiunge che sul foglietto illustrativo del farmaco sono presenti pure avvertenze relative a rari e potenziali rischi di pancreatite, retinopatia diabetica, ipoglicemia, danno renale acuto e reazioni di ipersensibilità, mentre studi sugli animali hanno riportato un aumento del rischio di cancro alla tiroide. Effetti collaterali che non impediscono alla comunità scientifica di vedere nella Semaglutide il potenziale per rappresentare un “game-changer” nella lotta contro il peso in eccesso.