Piccoli esempi di resistenza: ecco come i commercianti sfidano Amazon
Da qualche tempo abbiamo iniziato ad occuparci dell’ingresso di Amazon nel mondo della farmaceutica. La notizia che il colosso dell’e-commerce abbia deciso di mettere radici anche in questo settore deve farci riflettere sui rischi di un monopolio de facto, secondo alcuni impossibile da regolamentare soltanto perché “troppo potente”.
Monopolio di Amazon: c’è chi dice no
Eppure c’è chi si ribella all’idea di essere fagocitato. Per quanto appaia una battaglia da “Don Chisciotte”, non mancano i casi di piccoli commercianti che hanno trovato il coraggio di sfidare Amazon riuscendo addirittura a sconfiggerlo. Questo è l’esempio di Luca Ambrogio Santini, titolare di una libreria di Milano fino al 2013, ovvero fino a quando i costi di gestione sono diventati così esosi da impedirgli di continuare. Impari la competizione con i rivenditori online per pensare di proseguire. Questo, però, per il libraio non ha significato arrendersi, soltanto reinventarsi. Così è nata “LibriSottoCasa”, la sua libreria itinerante, sospinta da una bicicletta rossa, che traina un carrettino di libri in giro per tutta la città.
Il ragionamento del libraio è stato quello che tutti i piccoli negozianti dovrebbero mettere in atto: come rendere speciale la propria offerta agli occhi del cliente? Come differenziarsi rispetto al gigante del web? Come rendersi indispensabili? La risposta potrebbe essere una: “umanizzando” l’esperienza di acquisto. Nel caso di Luca Ambrogio Santini il teorema è stato il seguente: chi meglio di un libraio può conoscere i libri e consigliare un acquisto a seconda delle richieste del cliente, interpretandone i gusti e il carattere? Di certo non un rivenditore online, un freddo algoritmo.
La consapevolezza che si sia di fronte ad una battaglia campale si è diffusa anche tra gli amministratori delle città, dei comuni che vogliono salvaguardare il tessuto commerciale delle proprie comunità da quella che appare sempre di più come una “concorrenza sleale”. Ad Omegna, ad esempio, è stato l’assessore Mattia Corbetta a lanciare l’appello: “Rispettiamo il diritto di tutti di fare gli acquisti dove si desidera, e sappiamo che in questo periodo molti si rivolgono al commercio online. Noi invitiamo invece la gente a fare acquisti in città: dobbiamo stare vicini agli esercenti”.
Ad Alba, invece, l’Associazione Commercianti Albesi ha lanciato una nuova campagna di sostegno al piccolo commercio chiedendo ai clienti di non comprare dai soliti colossi, bensì di privilegiare – in questa fase in cui la pandemia sconsiglia gli acquisti di persona – quelle attività locali che dispongono di un canale di vendita digitale.
Sono piccoli esempi di “resistenza” al dominio di Amazon. Nel nostro piccolo, come farmacia, continueremo a batterci per preservare il valore aggiunto rappresentato dal contatto con il cliente. A maggior ragione considerando che questi, nel nostro caso, è spesso un paziente che necessita di cure “su misura”, di certo non sostituibili da una piattaforma online. Sarà anche vero che la nostra contro Amazon rischia di essere rappresentata come una guerra da Don Chisciotte, ma mai dimenticare: alle volte può finire anche come Davide contro Golia.