Papilloma Virus: l’importanza di vaccinare bambini e bambine nel 12° anno di vita
Si è soliti pensare che il vaccino contro il Papilloma Virus sia una questione che riguarda solo le donne. Niente di più sbagliato. Sebbene sia risaputo che il virus del Papilloma umano (HPV) rappresenti la principale causa del tumore della cervice uterina (o collo dell’utero), nonché di altri tumori femminili (tumori della vulva e della vagina), è infatti altrettanto vero che esso può causare alcuni tumori anche nei maschi.
Per sensibilizzare su questo tema, un gruppo di ricercatori americani ha ideato qualche tempo fa uno slogan molto efficace: “Al papilloma virus non importa se sei un ragazzo o una ragazza. Il virus può provocare il cancro e molte altre malattie”. Eppure la comunicazione sull’importanza della vaccinazione non è capillare come dovrebbe considerato che l’infezione da HPV è la più frequente infezione trasmessa per via sessuale. Secondo le stime dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), fino all’80% delle donne sessualmente attive nel corso della vita si infetta con almeno uno degli oltre 100 cento ceppi di HPV esistenti. Alcuni di questi si limitano a provocare lesioni di natura benigna, come i cosiddetti “condilomi”, anche noti come “verruche genitali”; altri, però, in particolare il tipo 16 e il tipo 18, causano lesioni pretumorali che dopo molti anni, persino decenni, in alcune persone possono trasformarsi in veri e propri tumori.
Prevenzione e vaccino contro il Papilloma
La buona notizia è che non siamo sprovvisti di armi contro il Papilloma. Negli ultimi anni la diffusione del Pap-test ha consentito di individuare in maniera precoce le lesioni premutorali, così da asportarle per tempo. Questo ha permesso di ridurre l’incidenza e la mortalità del tumore al collo dell’utero, ma non basta. Il vero “game changer” contro il Papilloma è il vaccino. Come si legge sul portale del ministero della Salute, “il 12° anno è l’età preferibile per effettuare la vaccinazione anti-papillomavirus (anti-HPV) ai ragazzi, sia femmine che maschi. In funzione dell’età e del vaccino utilizzato, la schedula vaccinale prevede la somministrazione di due dosi a 0 e 6 mesi (per soggetti fino a 13 o 14 anni, a seconda del tipo di vaccino) o tre dosi a 0, 1-2 e 6 mesi per i più grandi”.
L’Italia è stato il primo Paese europeo, nel 2007, a pianificare una strategia di immunizzazione gratuita per le ragazze di 12 anni; gratuità che dal 2018 è stata estesa anche ai coetanei maschi. Il fatto che il vaccino sia consigliato nel 12esimo anno di età è dovuto al fatto che molto presumibilmente non si è ancora entrati in contatto con il virus e la risposta immunitaria sortita dalla vaccinazione è molto efficiente. Questo però non significa che chi ha superato quell’età non possa immunizzarsi anche tempo dopo. Ci sono regioni, come Piemonte, Sicilia e Calabria, che garantiscono la gratuità a vita del trattamento. Alcune, come la Campania, offrono invece il vaccino gratis oltre che a bambini e bambine di 12 anni anche alle ragazze di 25 anni; altre ancora, infine, concedono gratis la copertura vaccinale alle donne che presentano lesioni precancerose da Hpv con l’obiettivo di evitare recidive.
Negli ultimi giorni ha preso il via la nuova campagna di sensibilizzazione “Hai Prenotato, Vero?”, realizzata da MSD e autorizzata dal Ministero della Salute. La pandemia ha frenato la lotta al Papilloma Virus, che già prima del Covid scontava livelli di adesione alla campagna vaccinale ben al di sotto della soglia richiesta. Questo nonostante sia l’HPV sia responsabile ogni anno nel nostro Paese di circa 6500 casi di tumore. Non c’è tempo da perdere.