Ovuli galenici a base di diazepam per il trattamento della vulvodinia
Per quanto difficile da diagnosticare, sono tante le donne che soffrono di vulvodinia. Questa condizione patologica si caratterizza per la presenza di sintomi spesso e volentieri invalidanti, quali bruciore e dolore persistente all’ingresso della vagina e nella zona che la circonda, appunto la vulva, senza che però sia presente alcuna lesione o segno visibile a giustificarli. Non c’è fascia d’età che metta al riparo da questo disturbo: adolescenti e donne in menopausa possono infatti trovarsi a fare i conti con una malattia che può diventare permanente e con cui è necessario, sebbene a fatica, imparare a convivere. Tra le soluzioni più efficaci per affrontare una patologia che può presentare un percorso di cura non sempre lineare vi è quella che prevede l’impiego di diazepam in ovuli.
Diazepam in ovuli contro la vulvodinia
Il diazepam appartiene alla famiglia delle benzodiazepine, ed è impiegato per i suoi effetti anticonvulsivanti, sedativi, ipnotici e spasmolitici. Dal punto di vista farmacologico si caratterizza per la lunga durata della sua azione, anche superiore alle 70 ore. Farmaci orali a base di diazepam sotto forma di capsule, compresse, gocce sono molto noti al pubblico (chi non ha mai sentito parlare del Valium?) e preparati dall’industria farmaceutica, che risponde alla domanda commerciale allestendo diversi dosaggi a seconda delle patologie da trattare. Meno conosciuti alla collettività, ma non meno importanti, sono i preparati galenici a base di diazepam, quelli cioè allestiti dal farmacista all’interno del laboratorio galenico. In particolare negli ultimi anni si è deciso di testare delle preparazioni a base di diazepam alternative rispetto a quelle orali in quanto a via di somministrazione. L’esempio più calzante è proprio quello della somministrazione per via vaginale, che si distingue da quella orale per la capacità di intervenire localmente riducendo al minimo gli effetti collaterali sistemici che potrebbero determinare da una parte un’inefficacia della terapia, dall’altra la decisione di sospendere la stessa.
Il ruolo cruciale della farmacia galenica
A far propendere per l’uso intravaginale del diazepam – nella forma farmaceutica degli ovuli, in genere ben tollerati poiché formati da gelatina e glicerolo – sono le sue spiccate proprietà miorilassanti. A beneficiarne sono donne affette non solo da vulvodinia, ma anche da spasmi pelvici e cistite interstiziale: condizioni che, secondo diversi studi, sono in grado di essere trattate con successo mediante l’impiego di diazepam in ovuli o in crema vaginale. Nel caso della vulvodinia, lievi miglioramenti clinici sono stati riscontrati negli studi già dopo un solo mese di trattamento. Il ruolo della farmacia galenica in questo caso è cruciale, poiché l’industria farmaceutica non prepara diazepam in ovuli. Nella maggior parte dei casi la posologia è di una somministrazione quotidiana, da effettuare alla sera, ma le indicazioni in merito, così come la durata del trattamento, possono variare a seconda della patologia e devono essere sempre concordate con il medico.
Aver accesso agli ovuli galenici a base di diazepam è molto semplice: basta presentare in farmacia una ricetta medica ripetibile valida per 30 giorni a partire dalla data di prescrizione del medico.