Olio essenziale di bergamotto: proprietà abbronzanti e rischi per la salute
Originario della Calabria, incrocio tra limone e arancia, raccolto nella stagione invernale: è l’identikit del bergamotto (nome scientifico “Citrus bergamia”) da cui si ricava – o meglio, dalla spremitura delle sue bucce – un olio essenziale (non a caso detto anche semplicemente “essenza”) molto popolare per le sue proprietà abbronzanti. Ciò è dovuto alla presenza al suo interno del bergaptene, un composto di natura cumarinica che stimola la produzione di melanina.
Si spiega in questo modo il perché del fatto nell’arco dei decenni l’olio di bergamotto sia stato impiegato nel campo della cosmesi come ingrediente per le creme solari. Questa pratica, però, è stata sospesa dopo che alcuni studi approfonditi hanno dimostrato come gli psoraleni contenuti nell’olio essenziale di bergamotto siano potenzialmente in grado di combinarsi a livello fotochimico con il nostro DNA, provocando alterazioni cellulari tali da sortire l’insorgere di melanomi, tumori maligni della pelle.
Alla luce di questa scoperta, le piante di bergamotto sono state geneticamente selezionate affinché venissero coltivate soltanto quelle che producono frutti con tenore di cumarine basso o nullo. A tutela del consumatore è presente una normativa che quantifica la concentrazione massima di bergaptene nell’olio essenziale in meno di 5 parti per litro.
L’olio essenziale di begamotto si può trovare in commercio in due forme: non lavorato, e dunque da non impiegare sulla pelle se si ha intenzione di esporsi ai raggi del sole o alle lampade nelle successive 12 ore, oppure rettificato (defurocumarinizzato). Per i motivi sopraelencati, è comunque bene rivolgersi al farmacista prima di acquistare l’olio essenziale di bergamotto e scongiurare il rischio di un abuso (o di un cattivo uso) potenzialmente dannoso.