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Malattia venosa cronica: cause e sintomi

Malattia venosa cronica: cause e sintomi

Quando si parla di malattia venosa cronica (MVC) ci si riferisce ad un disturbo cronico della circolazione venosa che nei casi più gravi può sfociare in flebiti, varicoflebiti, tromboflebiti e ulcere varicose. La MVC interessa soprattutto le donne, in particolare quelle in gravidanza o che assumono la pillola anticoncezionale. Ma quali sono le cause e i sintomi della malattia venosa cronica?

 

Le cause

 

Tra i fattori di rischio determinanti per l’insorgere della MVC ne troviamo alcuni strettamente legati allo stile di vita, quali la sedentarietà e l’aumento di peso, e ancora l’obesità e il fumo di tabacco. La malattia venosa cronica può essere scatenata da problemi ormonali, trombi alle vene profonde, deficit a carico della pompa muscolare e compromissione dei vasi, ma anche l’ereditarietà può incidere così come l’altezza: i soggetti più alti sono maggiormente esposti.

 

I sintomi

 

I segni della presenza di malattia venosa cronica variano a seconda della gravità del disturbo ma hanno un impatto sulla qualità di vita del paziente che può essere molto importante. I sintomi tendono infatti ad evolvere in un quadro medico complesso e – dato non banale – comportano delle ricadute non trascurabili anche dal punto di vista estetico, poiché le vene colpite assumono un aspetto allungato e tortuoso. Comunemente in presenza di malattia venosa cronica compaiono formicolio, gonfiore o stanchezza alle gambe, gonfiore alle caviglie, crampi muscolari, freddo costante, ispessimento della pelle degli arti inferiori, dilatazione di venule, arteriole e capillari.

 

Quando la malattia venosa cronica progredisce fino a raggiungere gli stadi più avanzati subentra la cosiddetta insufficienza venosa cronica, disturbo funzionale dell’emodinamica delle gambe, che prevede ipertensione venosa caratterizzata da dolore, edema, varici, alterazioni del trofismo cutaneo e ulcerazioni. La patologia deriva da un difficoltoso ritorno del sangue venoso al cuore. Tutto ha origine da anomalie nella funzione delle valvole o da alterazioni della parete delle vene che consentono il reflusso del sangue verso il basso.

Di conseguenza ad aumentare è la pressione nel sistema venoso degli arti inferiori. Una condizione che se si protrae porta le valvole alla perdita progressiva della propria funzionalità, all’aggravarsi dell’ipertensione (e dei suoi sintomi) e all’innesco di fenomeni infiammatori che, in un circolo vizioso, fanno progredire la patologia. Tra le complicanze più pericolose dell’insufficienza venosa vi sono ischemia, distrofie/ulcerazioni cutanee, rischio di cellulite batterica e varicoflebite.

 

Diagnosi

 

L’osservazione medica diretta delle lesioni (esame obiettivo) e l’anamnesi (raccolta dei sintomi riportati dal paziente) di solito sono bastevoli per il medico a diagnosticare l’insufficienza venosa. Può capitare che il medico consigli un ecodoppler, al fine di valutare la funzionalità delle vene e l’eventuale compromissione morfologica.

 

Incidenza

 

L’insufficienza venosa rappresenta una condizione patologica molto diffusa nei Paesi Occidentali ed industrializzati. Le donne come detto sono le più colpite: in Italia, per esempio, si stima che il 30% della popolazione femminile sia affetta da insufficienza venosa di entità variabile a fronte del 15% di quella maschile. L’incidenza del disturbo aumenta proporzionalmente all’età.