Un aiuto importante alle difese immunitarie dell’organismo arriva già dai primi giorni di vita dal colostro. La secrezione della mammella, che nella donna inizia normalmente dopo il parto, è un elemento fondamentale per il primo sviluppo, in quanto vanta le caratteristiche ineguagliabili di favorire le difese immunitarie del bambino e di consentirne l’ottimale sviluppo dell’intestino.
Il colostro contiene una grande quantità di globuli bianchi (linfociti) e di immunoglobuline, soprattutto di tipo A, ma anche IgG e IgM. Queste proteine difensive sono dotate di una notevole capacità anti-infettiva e agiscono soprattutto a livello dell’intestino; rappresentano i componenti principali del così detto “sistema immunitario adattativo“. Si ipotizza anche che le IgA, ovvero le più numerose, possano essere assorbite a livello intestinale e, una volta in circolo, secrete nuovamente in distretti differenti.
Altri fattori del colostro appartengono al “sistema immune innato” e sono: lattoferrina, lisozima, lattoperossidasi, complemento e polipeptidi ricchi di prolina (PRP).
La lattoferrina (o lattotransferrina) è una glicoproteina ad azione antimicrobica e ferro-trasportatrice. Nota ormai da tempo (scoperta da Sorensen e Sorensen nel latte vaccino nel 1939), è stata recentemente rivalutata per le sue proprietà antiossidanti, immunomodulatrici ed antinfettive.
In particolare un recente studio (Agosto 2020) sulla lattoferrina, condotto dall’Università di Tor Vergata e dell’Università La Sapienza, dimostra che questa molecola avrebbe un’azione curativa e preventiva sulle infezioni da Covid-19.
Lo studio, realizzato dall’università di Tor Vergata e pubblicato nel luglio scorso dall’International Journal of Molecular Sciences, è nato da un’intuizione scaturita nel corso della prima ondata. A sottolinearlo è stata la professoressa Elena Campione, ricercatrice e ordinaria di dermatologia all’università Tor Vergata, ricordando come tutto abbia avuto inizio osservando la differenza di esposizione al virus che esiste tra gli anziani e i bambini.
Il fatto che i più piccoli non venissero contagiati o sperimentassero soltanto sintomi lievi, ha fatto riflettere i ricercatori sulla naturale immunità antivirale dei bambini. Dal momento che l’unica protezione ricevuta prima di compiere il terzo mese è quella assegnata dal latte materno. G
Gli studiosi hanno pensato di indagare su una proteina contenuta nel latte materno e studiata per le sue potentissime proprietà antivirali: appunto la lattoferrina.
Secondo la professoressa Campione, semplificando, si potrebbe dire che Sars-Cov-2 si alimenta del ferro presente nell’organismo umano. Tra gli effetti della lattoferrina c’è proprio quello di ridurre il ferro, motivo per cui il virus si trova immediatamente in una posizione di svantaggio. La lattoferrina agirebbe dunque in due direzioni: la prima, di stampo preventivo, avrebbe il merito di rendere il nostro sistema immunitario più forte rendendoci meno vulnerabili al contagio; la seconda invece, sotto il profilo della cura, riuscirebbe a ridurre i tempi di permanenza del virus all’interno dell’organismo.
Rispetto ai tempi medi di guarigione di 30-32 giorni, i pazienti trattati con lattoferrina si sono infatti negativizzati dopo soli 12 giorni.