Integratori all’aloe vietati in Europa: facciamo chiarezza
Integratori all’aloe vietati in Europa: cosa sta succedendo? È dell’8 aprile scorso l’entrata in vigore del nuovo regolamento della Commissione europea che mette al bando la vendita di alcuni integratori alimentari a base di Aloe (e non solo). Cerchiamo di fare chiarezza sull’accaduto.
I motivi della decisione della Commissione Europea
La decisione della Commissione Europea, riguardante prodotti contenenti l’Aloe molto diffusi, non arriva come un fulmine a ciel sereno. Già nel 2018, infatti, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) aveva definito “genotossiche” determinate sostanze oggi interessate dal divieto, ritenendole cioè in grado di danneggiare il Dna ed eventualmente di causare il cancro. Nelle sue motivazioni, l’ente europeo aveva chiarito che “i derivati dell’idrossiantracene aloe-emodina ed emodina e la sostanza strutturalmente analoga dantrone si sono dimostrati genotossici in vitro. Anche gli estratti di aloe si sono dimostrati genotossici in vitro, molto probabilmente a causa della presenza di derivati dell’idrossiantracene. L’aloe-emodina si è inoltre dimostrata genotossica in vivo. L’estratto totale di aloe e l’analogo strutturale dantrone si sono rivelati cancerogeni“.
Per queste ragioni, “considerato che l’aloe-emodina e l’emodina possono essere presenti negli estratti, l’Autorità ha concluso che i derivati dell’idrossiantracene dovrebbero essere considerati genotossici e cancerogeni a meno che non vi siano dati specifici che dimostrino il contrario, e che gli estratti contenenti derivati dell’idrossiantracene destano preoccupazioni per la sicurezza, anche se permangono incertezze. L’Autorità non è stata in grado di fornire indicazioni su una dose giornaliera di derivati dell’idrossiantracene che non desti preoccupazioni per la salute umana“.
La precisazione di Federsalus, gli integratori con aloe sono sicuri?
Il panico generato dalla diffusione del nuovo regolamento europeo ha portato Federsalus a diramare un comunicato in cui viene precisato che non tutti i prodotti a base di aloe sono banditi dal mercato in quanto considerati pericolosi per la salute, ma solo quelli che contengono idrossiantraceni. Nella nota diramata dall’associazione, da oltre vent’anni il principale referente per organizzazioni istituzionali e commerciali operanti nel settore degli integratori alimentari, si legge: “Al fine di chiarire l’impatto effettivo della disposizione è necessario specificare che tali molecole, considerate non sicure dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, sono contenute solamente in una specifica parte della pianta, ossia nelle parti più esterne della foglia”.
Federsalus osserva di conseguenza che la polpa interna dell’aloe, gel sine cute naturalmente priva di idrossiantraceni, potrà continuare ad essere impiegata per la produzione di integratori: “L’attenta lavorazione della foglia da parte delle aziende produttrici, infatti, assicura l’estrazione della polpa dell’aloe senza rischi correlati alla presenza delle sostanze vietate”. Come sottolineato dall’associazione nel ricostruire le tappe della vicenda – sottolineando la pubblicazione, il 19 marzo scorso, sulla Gazzetta ufficiale del nuovo Regolamento 2021/468 che vieta l’uso dei derivati dell’idrossiantracene negli alimenti e di conseguenza anche negli integratori alimentari – “in particolare, la Commissione Ue fa riferimento alle sostanze naturali aloe-emodina, emodina, aloina A, aloina B, alla sostanza sintetica dantrone e a tutte le preparazioni che le contengono”.
Lo stesso Regolamento, conclude Federsalus, ammette peraltro che sussistono incertezze sulla pericolosità delle sostanze vietate, e che dunque sarebbe stato meglio rinviare la misura per “condurre studi scientifici più accurati e precisi, a garanzia e a beneficio dei consumatori e del settore”.