Il tarassaco: un potente alleato nella depurazione epatica
Il tarassaco (Taraxacum officinale) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteracee che, grazie alle sue proprietà, rappresenta un potente alleato nella depurazione epatica. La pianta, della quale si utilizzano tutte le componenti – radice e parti aeree – si caratterizza infatti a livello del fegato per i benefici che riesce a produrre.
Tarassaco e depurazione epatica
Per la depurazione epatica svolgono un ruolo decisivo i cosiddetti principi amari (tarassacina): questi sono in grado di sostenere il lavoro dell’organo chiamato a disintossicare il nostro organismo. Il dente di leone, altro nome per identificare il tarassaco, riesce infatti a stimolare la produzione di bile e il flusso biliare: così facendo a risentirne positivamente sono l’attività del fegato e la stessa digestione. L’utilizzo terapeutico della pianta, in particolare per ottenere benefici sul fegato, risale d’altronde al Medioevo: secondo la Dottrina delle Segnature, poiché il dente di leone aveva il fiore giallo come la bile gialla, esso poteva essere utilizzato con successo come rimedio epatico. Una teoria confermata secoli dopo dalle evidenze scientifiche.
Tarassaco: come assumerlo ed eventuali controindicazioni
La soluzione che consigliamo per assumere il tarassaco è quella che prevede un preparato galenico. Esiste infatti la possibilità di allestire la preparazione di capsule di tarassaco da 200 mg da assumere due volte al giorno. In farmacia sono presenti inoltre diverse tisane disintossicanti o depurative per il fegato a base di tarassaco, da solo o all’interno di un mix composto da più erbe: il suggerimento è di berne un paio al giorno.
Se invece il tarassaco viene assunto sotto forma di tintura madre solitamente la dose consigliata è di 30-50 gocce al dì, da assumere in due momenti diversi della giornata. Il trattamento in questo caso si sviluppa per un periodo limitato solitamente ad uno o due mesi, inframezzato da una lunga pausa, e da ripetere ciclicamente. Per quanto riguarda le compresse, essendo il tarassaco maggiormente concentrato, il consiglio è quello di assumerne una o due lontano dai pasti, ma così come per gli altri formati è sempre preferibile chiedere consiglio al proprio medico prima di assumerlo. Pur essendo considerata una droga sicura, infatti, non è raro che il tarassaco provochi iperacidità gastrica.
La sua assunzione è dunque da evitare se si soffre di gastrite o di ulcera peptica. Ne è poi assolutamente sconsigliato l’utilizzo per le donne in gravidanza o impegnate nell’allattamento. Il ricorso al consulto medico è preferibile anche per valutare l’eventuale interazione con altri farmaci, in particolare antidolorifici, regolatori glicemici e diuretici. Il tarassaco è da evitare ovviamente anche se si è a conoscenza di un’allergia alle Asteracee, la famiglia cui la pianta appartiene.