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Cioccolato e cannabis: perchè si sposano così bene

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Cioccolato e cannabis: perchè si sposano così bene

Si celebra oggi, giovedì 7 luglio, la Giornata mondiale del cioccolato, in assoluto uno degli alimenti più amati del pianeta. Originario dell’America Centrale, era considerato dalla popolazione Maya “un dono degli dei”. Definizione che molti miliardi di persone nel corso dei secoli hanno condiviso ogni volta che hanno avuto la fortuna di assaporarlo. Ma perché per rendere omaggio al cioccolato si è scelto proprio il 7 luglio? Le ragioni sono storiche: proprio in questo giorno, nel 1847, Joseph Fry inventò infatti per la prima volta il cioccolato da mordere abbinando cacao macinato e burro di cacao. Un successo che, si può dire senza timore di esagerare, cambiò la storia.

 

Forse non tutti sanno, però, che la cioccolata si “sposa” bene con la cannabis, rappresentando quella che viene definita “la perfetta coppia chimica”. Ma partiamo dalle basi: la cannabis contiene almeno 113 composti chimici unici, noti come cannabinoidi. Due dei più famosi sono THC (acronimo di delta-9-tetraidrocannabinolo, ovvero il principale componente psicoattivo della pianta) e CBD (cannabidiolo, un composto non psicoattivo famoso per le sue proprietà terapeutiche). Al consumo dei cannabinoidi ciò che avviene è una interazione con il sistema endocannabinoide del nostro organismo. Consiste fondamentalmente in due tipi di recettori, che sono attivati dai cannabinoidi come THC e CBD.

 

Ma cosa c’entra il cioccolato? C’entra! Perché nel 1996 uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Nature” ha suggerito che il cioccolato possa contenere alcuni dei cannabinoidi prodotti naturalmente dal nostro corpo. La tesi prendeva le mosse dall’anandamide, un lipide, ma anche un “endocannabinoide” prodotto in modo naturale dal cervello umano, che il cioccolato – naturalmente ricco di grassi – sarebbe in grado di “emulare” contenendo a sua volta dei lipidi chimicamente e farmacologicamente simili ad esso. Andando a fondo a questa ipotesi, gli scienziati speravano di comprendere meglio cosa vi fosse dietro il desiderio di cioccolato. Per farlo testarono tre differenti campioni di cacao prodotti da tre diverse aziende, così da studiare la loro composizione chimica. Così facendo riuscirono ad isolare tre componenti di principali all’interno della polvere di cacao: anandamide, N-oleyl-etanolamide, e N-linoleoyl-etanolammide. Gli scienziati si soffermarono ulteriormente sulle ultime due, scoprendo che esse potrebbero produrre effetti per certi versi simili ad alcuni cannabinoidi, imitando l’anandamide o facendone incrementare i livelli nel cervello.

 

Un’altra ricerca ha invece portato a scoprire che alcuni composti presenti nel cioccolato (come la teobromina) sarebbero in grado di indurre il cervello a produrre più anandamide, un neurotrasmettitore spesso definito “molecola della beatitudine” per la sua capacità di produrre effetti simili a quelli del THC, inclusa l’euforia, in ragione di strutture chimiche molto simili. Combinare cannabis con cioccolato, dunque, non è utile soltanto a mascherare il gusto del medicinale a base di cannabis, ma potrebbe di fatto moltiplicare ed amplificare gli effetti euforizzanti e di miglioramento dell’umore di entrambe le sostanze. E, quando utilizzati con finalità terapeutiche, incrementare i benefici medicinali di entrambi

 

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