Aderenza terapeutica: perché è così importante e il ruolo del farmacista
L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) definisce “aderenza terapeutica” il conformarsi del paziente alle raccomandazioni del medico riguardo ai tempi, alle dosi e alla frequenza nell’assunzione del farmaco per l’intero ciclo di terapia. Da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) arriva invece una indicazione più estesa, ed è quella che definisce l’aderenza terapeutica come la misura in cui il comportamento di un soggetto – nell’assunzione dei medicinali, nel seguire una dieta e/o nell’attuazione di cambiamenti al proprio stile di vita – corrisponde alle raccomandazioni dei professionisti sanitari. Quale che sia la definizione più calzante, nessuno nutre dubbi sull’importanza dell’aderenza terapeutica, in particolare per quei pazienti che assumono giornalmente più farmaci e di conseguenza vanno incontro ad un più alto rischio di incappare in errori.
Aderenza terapeutica: qualche numero
Basta analizzare qualche numero per avere contezza di “quanto” sia importante, se non decisivo, osservare una corretta aderenza terapeutica. Lo scarso rispetto delle prescrizioni da parte del medico rappresenta infatti la principale causa di inefficacia delle terapie farmacologiche. La stessa ragione determina un incremento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità, andando a rappresentare un danno sia in termini di salute, del singolo, sia di costi a livello sociale (impatto sul sistema sanitario). Per rendersi conto di quanto il rispetto dell’aderenza terapeutica sia fondamentale può essere utile qualche esempio pratico. Dopo un infarto, rispettare le indicazioni del medico abbassa la probabilità di recidive del 75%; di contro non assumere con regolarità i farmaci contro l’ipertensione fa salire di circa il 30% il rischio di infarto o ictus. Non si tratta di numeri marginali visto che secondo il Rapporto OsMed del 2013 è soltanto il 55,1% dei pazienti affetti da ipertensione arteriosa ad assumere il trattamento con regolarità. Quella della scarsa attenzione alla terapia di una vera e propria costante che riguarda anche altre patologie: nel diabete di tipo II la osserva con assiduità solo il 40-45% dei pazienti, nell’insufficienza cardiaca il 36-40%; percentuale che scende drasticamente al 13-18% nell’asma e nelle BPCO.
Aderenza terapeutica: il ruolo del farmacista
Ma cosa si può fare per porre rimedio ad una problematica di così elevato impatto per il singolo e per la società? Un ruolo importante può giocarlo il farmacista. In generale è proprio la farmacia il primo presidio verso cui i malati si rivolgono per risolvere un dubbio inerente la propria terapia. Ciò accade per un motivo molto semplice: il farmacista è a conoscenza di ogni caratteristica del medicinale. Il suo compito è fornire indicazioni chiare sui farmaci prescritti e su quanto sia fondamentale rispettare l’aderenza terapeutica. In particolare “iGalenici“, oltre all’attività di preparazione, hanno realizzato un sistema di aderenza terapeutica che permette di seguire la terapia personalizzata del paziente in maniera mirata. Vi invitiamo a recarvi presso la nostra farmacia per prenderne visione di persona.
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