L’ansia: il male del nostro tempo
Ha l’aspetto di un fantasma indefinito, e per questo più difficile da combattere: è l’ansia, il male del nostro tempo. Non parliamo della classica (e normale) ansia che si appalesa in concomitanza con eventi stressanti (un esame, una partita decisiva, un incontro importante ecc.) ma di quella che non a caso viene definita “patologica“.
Si tratta di una sensazione di malessere diffusa, di un’incertezza che blocca, che si riferisce al futuro imminente e che spinge l’individuo a evitare determinate situazioni per restare all’interno della propria comfort zone. Un esempio? Il più classico: ho paura di prendere l’aereo? Eviterò direttamente di viaggiare, cambierò meta, rinuncerò a quella lontana località pur di non scontrarmi con l’ansia.
Perché abbiamo l’ansia?
I motivi alla base dell’ansia si ritrovano spesso e volentieri in conflitti irrisolti della persona che ne soffre, e si accompagnano anche a problemi psicologici e/o psichiatrici. Il problema è più diffuso di quanto si possa credere: nel corso della vita esso ha una prevalenza del 30,5% nelle donne e del 19,2% negli uomini. Le cause dell’ansia possono essere ascrivibili a fattori ereditari, come dimostrato da alcuni studi genetici: il 50% dei soggetti con disturbi simili ha almeno un familiare affetto da una patologia analoga.
Ci sono poi i fattori biologici: alcune ricerche effettuate sul cervello umano hanno notato delle alterazioni riguardanti la quantità di alcuni neurotrasmettitori, come l’eccessiva produzione di noradrenalina (l’ormone dello stress) accompagnata ad una riduzione di serotonina (che regola il benessere) e di GABA (neurotrasmettitore inibitorio).
Vi sono infine dei fattori inconsci: Freud, padre della psicoanalisi, sosteneva che l’ansia derivasse da un conflitto inconscio che può risalire all’infanzia o svilupparsi nella vita adulta capace di azionare dei meccanismi di difesa il cui scopo è quello di allontanare dalla coscienza questo stesso conflitto, confinandolo in una sede non accessibile per la psiche, appunto l’inconscio.
I sintomi dell’ansia
I sintomi dell’ansia si distinguono tra generali, psicologici e neurovegetativi
Sintomi generali: senso di paura e di pericolo imminente; timore di morire o di perdere il controllo o di impazzire; evitamento; tensione interna soggettiva; incapacità di rilassarsi; apprensione; ipervigilanza e inquietudine.
Sintomi psicologici: preoccupazioni immotivate per questioni secondarie; tendenza al catastrofismo; irritabilità e impazienza; difficoltà a concentrarsi; depersonalizzazione, derealizzazione; disturbi della memoria; disturbi del sonno.
Sintomi neurovegetativi: sono quelli più inquietanti perché non sono più sotto il controllo della persona. Parliamo di difficoltà a respirare, senso di oppressione toracica, fame d’aria (dispnea), respirazione accelerata (iperpnea); dolore toracico; senso di testa leggera, vertigini, sensazione di instabilità e mancato equilibrio, svenimento imminente (lipotimia); formicolio a parti del corpo; vampate di calore o di freddo; sensazione di soffocamento, difficoltà alla deglutizione, sensazione di “nodo in gola”; bocca secca; battito cardiaco accelerato o non regolare (aritmico); sudorazione eccessiva; senso di debolezza e stanchezza (specialmente agli arti inferiori); tremori; minzione (urinare) frequente; diarrea e tensione muscolare.