Il farmacista non può improvvisarsi dietologo: una recente sentenza lo ricorda
Il farmacista può prescrivere diete? No. Se ancora avete dubbi, arriva una sentenza a far chiarezza. La Cassazione, infatti, ha confermato la condanna per lesioni colpose nei confronti di un farmacista che ha promesso a una cliente una rapida e drastica perdita di peso, senza considerarne le conseguenze. Il professionista ha abusato della sua posizione, prescrivendo composti non autorizzati. Il verdetto è caduto senza appello.
La storia ha avuto inizio quando il farmacista in questione, arrogandosi il ruolo di dietologo, ha raccomandato una ‘cura miracolosa‘ che consisteva nell’assunzione di farmaci destinati a trattare altre patologie, i cosiddetti farmaci off-label. Questi includono sostanze come l’efedrina, comunemente usata per trattare l’asma, che ha l’effetto collaterale di accelerare il metabolismo cellulare.
Ma la lista dei componenti di questa pericolosa dieta non finisce qui. Tra le pillole c’erano diuretici, vitamine, naltrexone (un antagonista degli oppiacei che riduce il piacere legato al cibo) e bumetadite (che interagisce con i centri nervosi). Una miscela esplosiva che ha portato a conseguenze devastanti per la salute della cliente.
Gli effetti collaterali dei farmaci brucia-calorie
La donna, che non aveva realmente bisogno di perdere peso, ha subito una serie di effetti collaterali che hanno minato la sua salute in modo irreparabile. Dalla perdita dei capelli, sostituiti con una parrucca, fino alla progressiva paralisi degli arti e alla compromissione della funzione cerebrale, il suo stato di salute è rapidamente peggiorato. Dopo oltre due settimane di ricovero ospedaliero, è sopravvissuta, ma non senza gravi danni.
L’irresponsabilità del farmacista è stata evidente anche nella modalità di somministrazione dei farmaci. Senza alcuna valutazione medica o analisi appropriata, ha dispensato le pillole in dosi massicce, ignorando completamente i rischi per la salute della cliente. Anche il costo elevato della cura (250 euro per una scatola di compresse) è stato considerato un ulteriore aggravante.
Violato il Codice deontologico
Il verdetto della Corte è stato inequivocabile: il farmacista ha agito in modo spregiudicato e illegale, violando le leggi e il Codice deontologico che regolamentano la professione. Oltre alla condanna per lesioni colpose, è stato ordinato di risarcire i danni causati alla vittima.
Un caso che mette ancora una volta in luce l’importanza di affidarsi a professionisti qualificati e di fiducia quando si tratta di salute e benessere. L’autoprescrizione di farmaci o il ricorso a trattamenti non convenzionali può portare a conseguenze gravi e talvolta irreversibili.