I disturbi del sonno legati alla primavera
Si dice che la primavera sia la stagione in cui la natura si risveglia: e non è la sola, visto che a perdere il sonno, con il suo arrivo, sono anche tantissime persone. Una battuta per introdurre un tema serio, quello legato ai disturbi del sonno in primavera, che è giusto approfondire sfruttando l’attenzione derivante dalla celebrazione della Giornata Mondiale del Sonno, in questo venerdì 17 marzo. Vista la data della ricorrenza, non c’è da appellarsi alla sfortuna se siete tra coloro che con l’arrivo della primavera iniziano a sperimentare problematiche quali insonnia, mal di testa al risveglio, stanchezza appena alzati e una generale sensazione di scarso riposo notturno. Responsabili di questi spiacevoli sintomi sono infatti una serie di fattori fisici/chimici che si concentrano con l’arrivo della primavera.
Il “termometro” del sonno è la melatonina, un ormone prodotto dalla ghiandola pineale o epifisi, il cui principale compito è quello di modulare il ciclo sonno-veglia. Con l’avvento della primavera, però, proprio la produzione di melatonina subisce un’alterazione per via dell’aumento delle ore di luce e del conseguente allungamento delle giornate. Quando ciò accade, le problematiche possono essere di diverso tipo: c’è chi sperimenta difficoltà a prendere sonno (si parla in questo caso di “insonnia iniziale”) e c’è chi invece affronta un sonno caratterizzato da continui risvegli (insonnia tardiva). Il nostro organismo generalmente produce la melatonina fra le 2 e le 4 del mattino, così da evitare i risvegli notturni e preservare costante il tempo del sonno che, negli adulti, dovrebbe avere durata compresa fra le 7 e le 9 ore a notte. Quando il sonno risulta interrotto dai continui risvegli, le conseguenze negative riguardano la salute generale dell’organismo: non si tratta, dunque, di un fastidio a breve termine, ma di una condizione che oltre ad incidere sulle attività quotidiane rischia di impattare negativamente sul benessere fisico.
Per cercare di porre rimedio ad una condizione che, se trascinata nel tempo, rischierebbe di rivelarsi molto pesante, è possibile fare ricorso ad integratori naturali a base di passiflora, valeriana, camomilla, magnesio, lavanda, nonché della stessa melatonina. Vi sono poi una serie di accorgimenti che possono contribuire al ripristino della corretta secrezione della melatonina. In primis ristabilire una routine del ciclo sonno-veglia, andando cioè a dormire (e poi alzarsi) sempre alla stessa ora, possibilmente anche nei weekend. Al bando, prima di andare a nanna, anche gli smartphone e gli altri dispositivi elettronici, in grado di inficiare la produzione di melatonina; ridurre poi al minimo bevande eccitanti come caffè e té, oltre che alcol e nicotina. Importante anche evitare pasti troppo pesanti, difficili da digerire, e svolgere attività fisica regolare, ma premurandosi di non svolgerla nelle 3-4 ore che precedono l’andata a letto. Forse non si riuscirà a fare “percorso netto”, ma di certo si riuscirà a lenire l’impatto della primavera. Sognando l’estate…