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Emicrania da freddo: cos’è e come combatterla con la riboflavina

Emicrania da freddo: cos’è e come combatterla con la riboflavina

Se vi è mai successo di mangiare un gelato e avvertire improvvisamente un mal di testa lancinante allora avete sperimentato la cosiddetta “emicrania da freddo“, una forma di cefalea poco comune e di breve durata. L’International Classification of Headache Disorder (ICHD-3, la più diffusa classificazione delle cefalee) identifica questo mal di testa come una condizione che può insorgere per uno stimolo freddo applicato esternamente alla testa ma anche inalato o ingerito. Ciò significa che il mal di testa da freddo è quello che si manifesta dopo un’esposizione a basse temperature e dopo aver assunto cibi o liquidi freddi. Ecco perché si è soliti parlare di “cervello congelato“, una manifestazione che ha luogo quando un alimento freddo (si può trattare appunto di un gelato, di un ghiacciolo, ma anche di acqua fredda) raggiunge la faringe ed il palato.

 

Poiché l’emicrania da freddo è di breve durata e si risolve il più delle volte in maniera spontanea, è difficile valutarne l’effettiva diffusione nella popolazione. Gli studi effettuati in merito hanno però osservato che bambini e giovani ne sono più colpiti rispetto agli adulti; la tesi sul perché questo avvenga non è univoca: una teoria riconduce il fenomeno al fatto che le strutture neuronali dei più piccoli potrebbero essere meno mature e più sensibili; un’altra sostiene invece che a fare la differenza in negativo siano le dimensioni ridotte della faringe, tali da implicare un più rapido raffreddamento. Infine c’è chi sostiene che gli adulti potrebbero aver “imparato” ad evitare stimoli dolorosi. Più in generale una preesistente ipersensibilità del sistema trigeminale espone le persone già affette da altre forme di cefalea all’emicrania da freddo. Essa si caratterizza come una cefalea di tipo trafittivo, localizzata sulle tempie e sulla fronte, in cui il dolore regredisce generalmente in meno di 30 secondi.

 

Riboflavina contro l’emicrania da freddo

 

Sebbene non esista una terapia specifica per l’emicrania da freddo, c’è una sostanza naturale che può risultare molto utile per chi soffre di cefalea (che si tratti di emicrania, cefalea tensiva o a grappolo poco importa): si tratta della riboflavina, anche nota come vitamina B2. Secondo alcuni studi, ad avere un ruolo nella patogenesi dell’emicrania potrebbe essere infatti un deficit del metabolismo energetico tale da procurare un’alterazione del metabolismo dell’ossigeno. L’ipotesi degli esperti è che alte dosi di riboflavina possano perciò esercitare un’azione positiva sugli attacchi emicranici, avendo la vitamina B2 un ruolo chiave nell’apporto di ossigeno alle cellule nelle quali avvengono i processi di trasformazione delle sostanze nutritive.

 

Dal momento che la riboflavina appartiene alla famiglia delle vitamine idrosolubili, essa non viene immagazzinata nel corpo e deve dunque essere assunta quotidianamente con gli alimenti o con gli integratori. Diversi studi hanno dimostrato che la dose di 400 mg al giorno di riboflavina, assunta oralmente, è riuscita a ridurre la frequenza degli attacchi di emicrania e il numero dei giorni in cui essi si sono manifestati rispetto all’assunzione di placebo. Per osservare benefici sulla propria condizione è necessario attendere almeno un mese di terapia, ma l’effetto massimo del trattamento si manifesta soltanto dopo 3 mesi. L’emicrania è una condizione che può rivelarsi debilitante e invalidante: perché non rifugiarsi in un rimedio naturale che può tenere alla larga da molti problemi?

 

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